1. Quali sono i vantaggi degli impianti a biogas agricoli?

Darja Aepli: Gli impianti a biogas agricoli contribuiscono a più livelli alla promozione di una politica climatica ed energetica sostenibile: attraverso la fermentazione controllata di colaticcio e scarti verdi, l’impianto a biogas consente di catturare metano. Così facendo, quest’ultimo non viene rilasciato nell’atmosfera, ma può essere sfruttato per la produzione di calore ed energia elettrica. Attraverso la fermentazione del colaticcio gli impianti a biogas producono inoltre un concime di alta qualità, visto che rispetto a quelli convenzionali i liquami fermentati agiscono in modo più veloce e pertanto possono essere impiegati in maniera più mirata.

2. In che modo il programma della Fondazione KliK promuove gli impianti a biogas agricoli?

Darja Aepli: La Fondazione KliK retribuisce alle aziende agricole la riduzione delle emissioni di metano ottenuta grazie alla fermentazione controllata. La combinazione con la rimunerazione per l’immissione di energia a copertura dei costi (RIC), che incentiva la produzione di energia elettrica, consente un esercizio redditizio degli impianti a biogas agricoli.

3. Qual è il potenziale del programma?

Darja Aepli: La biomassa agricola presenta un elevato potenziale di sfruttamento energetico non ancora utilizzato. Attualmente, solo il 4–5% del concime di fattoria viene destinato alla fermentazione e sfruttato per la produzione di energia.

Fino al 2030 il programma «Impianti a biogas agricoli» ridurrà le emissioni di metano presumibilmente di circa 200’000 tonnellate di CO₂ equivalenti. Attualmente sono 27 i progetti iscritti al programma, che è gestito da Ökostrom Schweiz, l’associazione di categoria dei gestori di impianti a biogas agricoli.